Standhill: ultimo capitolo
- Irene Muraca

- 30 dic 2019
- Tempo di lettura: 8 min
DUE MESI PRIMA
“Jane, svegliati. Forza, dobbiamo andare.”
Oliver è accanto a me, e mi accarezza piano il viso mentre io cerco di liberarmi dal sonno turbolento della notte. Per un attimo sono serena e sorrido, ma poi ogni ricordo mi precipita addosso, e la consapevolezza della realtà mi toglie il respiro. Non possiamo ancora essere sereni però, perché dobbiamo liberare i nostri amici. Sono passati diciotto giorni da quando Alex è stato ferito e rapito da Andrew, diciotto giorni da quando i nostri compagni, rientrati nella casa sul mare, sono stati presi in ostaggio. In questo tempo non abbiamo fatto altro che prepararci per il momento in cui saremo andati a salvarli, e quel momento è finalmente arrivato, è oggi, stasera. Anche se la paura mi gela il sangue, non mi fermerò finchè non saranno al sicuro. Adesso ho chiara tutta la storia, anche se la storia è tutt’altro che lineare e semplice, è inverosimile, impensabile, stupefacente e tremendamente reale. Oliver ha passato l’intera notte del nostro primo giorno in fuga a raccontarmi il suo destino da assassino: un anno fa la sorellina Josie è scomparsa misteriosamente e da allora Oliver e Alex non hanno mai smesso di indagare per ritrovarla. Alex è cresciuto insieme ad Oliver ma i due non sono fratelli di sangue, Alex ha perso i genitori quando era molto piccolo e la famiglia di Oliver lo ha preso con sé e amato esattamente come un figlio. Spinti dal dolore e dalla rabbia, hanno entrambi accettato quella che si può definire una “tradizione” di famiglia, allenarsi per unirsi alla Congrega degli Assassini. I loro genitori sono gli Astri della Congrega, Oliver non ha voluto spiegarmi cosa questo volesse dire, ma ha detto che l’incarico che li aveva spinti a Standhill era esattamente la ricerca di Josie, e la cattura dei rapitori. I due ragazzi quindi si sono allenati duramente ogni giorno, hanno imparato a maneggiare tutte le armi esistenti, a muoversi silenziosi e svelti, a resistere al caldo e al freddo. Hanno imparato a combattere, a difendersi, attaccare. Non fanno ancora parte della Congrega, perché vi si entra con un’ultima prova finale, l’assassinio, e loro non si sono spinti fino a questo punto. Non ancora. Secondo Oliver, anche Andrew ha a che fare con la Congrega, che ha membri sparsi in tutto il mondo, ma non sa ancora in che modo, perché le ricerche nei database non conducono a niente ed il suo nome non è presente in alcun file. Ogni Assassino deve portare al committente una prova del delitto per essere poi pagato e per dimostrare di aver portato a termine l’incarico, e secondo Oliver è per questo che Andrew ha tenuto con sé la collanina di Josie. Questa è l’ultima cosa che Oliver mi ha raccontato, perché gli si è affievolita la voce, si è alzato ed è uscito, pensando fosse meglio fare un giro dell’isolato per assicurarsi di non essere stati seguiti. Mentre lui era fuori, ho riflettuto proprio sulle sue ultime parole. Stanno cercando Josie ininterrottamente, ma se prendere un oggetto personale è dimostrazione di aver ucciso qualcuno, allora cosa è accaduto a Josie? Forse.. forse Andrew l’ha uccisa. Ho allontanato subito questo pensiero, se Oliver ha fiducia, avrò fiducia anche io.
“Ecco, mangia qualcosa – mi dice con dolcezza - tra poco arriveranno.”
Stiamo improvvisando una colazione veloce con le ultime provviste che abbiamo mentre aspettiamo l’arrivo dei rinforzi. Oliver ha chiamato in soccorso alcuni membri della Congrega, perché con il loro aiuto possiamo sconfiggere il nemico, e salvare i nostri amici.
Bussano alla porta, ed insieme andiamo ad aprire. Vedo di fronte a me una ventina di agenti, vestiti allo stesso modo, con una divisa blu notte e troppe armi da contare assicurate in più punti alla uniforme. Ecco che al centro si apre un corridoio, e due figure dalla divisa bianca si avvicinano e si fermano davanti a noi. Sono un uomo ed una donna, entrambi hanno una bellezza minacciosa e gloriosa. Noto che l’uomo ha corti capelli biondi e muove passi silenziosi, mentre la donna ha incredibili occhi verdi ed uno sguardo tagliente e sicuro. Quando i suoi occhi incrociano quelli di Oliver, però, il suo sguardo si fa più dolce, mentre lui resta senza parole.
“… Madre. Padre. Io.. non pensavo sareste venuti.”
“I nostri figli hanno bisogno di noi. La nostra Congrega ha diramato un allarme, e noi non saremo certo rimasti fermi mentre la vostra vita è in pericolo, per niente al mondo. Ora fateci entrare, abbiamo un nemico da distruggere.”
A parlare è stato il padre di Oliver, con una voce profonda e decisa.
Ha detto la nostra Congrega.. Loro ne sono gli Astri, ed sono gli unici ad indossare una uniforme bianca. I genitori di Oliver ed Alex non fanno semplicemente parte della Congrega, loro ne sono a capo. Ero ancora meravigliata e sconcertata dalla mia scoperta, quando Oliver ha fatto entrare tutti ed ha cominciato a esporre il piano che abbiamo organizzato in queste lunghe settimane.
“Il nostro nemico si chiama Andrew Lively, e nella sua casa ha in ostaggio tante possibili vittime. Come hanno dimostrato le nostre ricerche non è presente nei database, quindi non sappiamo chi lui sia veramente - dice Oliver mentre dispiega la planimetria della casa di Andrew – ma conosciamo bene la casa. E’ a quattro piani, cinque camere disposte al secondo e al terzo piano, una soffitta molto ampia. Credo che gli ostaggi si trovino al primo piano, dove non ci è mai stato permesso di andare perché la porta era sempre chiusa, ma non ne sono certo. Le luci delle stanze sono sempre state spente, ma per brevissimo tempo si è accesa la luce in quella che era la mia stanza, che si trova al secondo piano. Spero tanto che Alex sia rimasto lì, dove Jane lo ha visto l’ultima volta, e che sia stato lui ad accendere la luce per farci sapere in qualche modo che è ancora vivo. Non so se gli altri siano tutti insieme, quindi dobbiamo fare grande attenzione mentre entriamo nella casa.”
“Forse sarebbe meglio fare uscire Andrew, così da poter arrivare agli ostaggi senza problemi.” Dice la madre di Oliver, dopo aver memorizzato la planimetria della casa.
“Ottima osservazione, Maise – afferma il suo compagno - Ma come possiamo fare?”
“Posso attirarlo io.”
Pronuncio queste parole prima di riflettere. D’impulso.
“So che è la scelta migliore, io ce la farò. Si tratta di Alice, Josh, Alex. Sono pronta.”
“Non se ne parla neanche.”
Questa volta è stato Oliver a parlare, scuro in volto. Preoccupato, arrabbiato, triste. Mille sfumature passano per i suoi occhi meravigliosi, e lo capisco perfettamente. Ma non cambierò idea.
“Andrò io e lo tirerò fuori a calci da quella dannata casa.”
“Oliver, no.” Gli prendo la mano, la stringo forte. “Andrò io, sai che è la nostra unica possibilità. Lo attirerò fuori, così voi potete portare al sicuro i nostri amici. Quando sarà abbastanza distante dalla casa, lo catturerete. Si tratta soltanto di distrarlo il tempo necessario per prendere Alex e gli altri, funzionerà.”
“La ragazza ha ragione, figliolo. Questo sarà il piano. Distrarrà Andrew, cinque di noi resteranno fuori a controllare il perimetro e saranno pronti ad intervenire, noi entreremo. Dobbiamo agire velocemente.”
“Va bene, allora verrò con te.”
“Non funzionerà così, non si fiderà mai se ci sarai anche tu. Tu devi andare da Alex, lui ti aspetta, ha bisogno di te. Forza, non discutiamone oltre. Andrà tutto bene. Fidati di me.”
Usciamo dalla casina disabitata in cui ci siamo rifugiati tutto il tempo. Oliver ne aveva trovato la chiave sotto ad un vaso, per caso, una delle prime notti. Non riusciva ad addormentarsi, e allora camminava alla scoperta della cittadina.
Mi chiama mio padre, ma adesso non posso rispondergli. La mia famiglia pensa che siamo rimasti due settimane in più in vacanza, ed oggi sarebbe il giorno del nostro ritorno a casa, quindi probabilmente vogliono sapere quando arriverò a Standhill per organizzare la cena. Glielo dirò dopo che tutto questo sarà finito, così mantengo nel mio cuore la consapevolezza che devo riabbracciarli, e che quindi devo restare forte e affrontare la paura.
Ecco, siamo arrivati. Oliver mi abbraccia forte, e si prepara con i suoi compagni a fare irruzione nella casa dalla porta sul retro, mentre io busserò alla porta principale, e poi retrocederò di qualche passo, come stabilito nel piano. Guardo la casa delle nostre vacanze, dove Josh e Alice hanno avuto il coraggio di rivelare le loro emozioni e dare inizio al loro amore, e dove io ho incontrato il mio. Alice, Josh.. stiamo arrivando per voi, resistete.
E’ il momento di dare inizio alla missione. Adesso.
Ho bussato, colpi secchi, decisi. Aspetto, facendo già qualche passo indietro. Aspetto, ma non succede niente. Busso ancora, e la porta si apre di scatto. Andrew. Mi sorride, immobile. Non so cosa fare, cosa dire, sento la gola secca e le ginocchia iniziano a tremare, ma io non posso cedere. Due passi indietro, e mi rivolgo a lui, con il tono più risoluto che riesco ad avere, e la voce più ferma possibile. Tu non mi fai paura.
“Andrew, devo parlarti.”
“Immaginavo tu avessi alcune domande da farmi, in effetti. Ci hai messo molto però, non me lo aspettavo. Perché sei arrivata adesso? Se non sapessi di chi hai deciso di fidarti, crederei quasi alla tua buona fede. Suppongo però che vivere in queste settimane con un Assassino abbia condotto anche te sulla cattiva strada. Quindi dimmi, dolce ed innocente Jane, quale è il vostro piano? Sarei sciocco se credessi che sei venuta da sola. Perché non ti mostri, eh, Oliver?”
Per tutto il tempo che ha parlato, Andrew non si è spostato di un millimetro dall’ingresso. E’ ancora in casa. Devo trovare un altro modo per allontanarlo quel tanto che basta affinchè gli agenti lo catturino.
“Come ho fatto a non accorgermi della tua malvagità? Cosa è cambiato in te, o cosa hai sempre tenuto nascosto? Chi sei realmente?”
“Divertente Jane, credo che tu già abbia la risposta a questa domanda.”
Sta funzionando. E’ uscito appena dall’ingresso, si è avvicinato.
“Tu sei un Assassino.”
Ancora altri passi verso di me, mentre io indietreggio piano.
“Tadaaaaaan! Non era poi così difficile. Sapevo che avresti unito i pezzi, dalla sera in cui mi hai lasciato, ad adesso. Con la preziosa compagnia che hai avuto poi, era un gioco da ragazzi. A proposito, come sta il nostro amato Oliver? Gli manca la sua sorellina?”
Eccolo lì, il vero Andrew. Si mostra finalmente nella sua vera forma di Assassino spietato e calcolatore, nella sua perfidia. Ecco la verità che viene esposta alla luce, nella sua crudele brutalità.
“Perché lo hai fatto?”
“Questo dovresti chiederlo alla loro famiglia, chiedi loro il modo in cui hanno distrutto la mia. Il mio vero nome è Julien Thunder, ed avrò la mia vendetta.”
“Cosa è accaduto alla tua famiglia? Oliver troverà Josie.”
“Forse sì, ma chissà se la troverà viva o.. beh, ad ogni caso si trova nella città perfetta per lei, dove si trovano anche i segreti della mia famiglia. Insieme agli..”
Quattro agenti lasciano i loro nascondigli e corrono verso di lui in un istante, mentre un solo agente lo raggiunge alle spalle, e gli spara un’abbondante dose di tranquillante. Corro subito dentro la casa, veloce, più veloce che posso. Oliver aveva ragione! Raggiungo il primo piano e trovo tutti i miei compagni sani e salvi, ma tremendamente provati. Vedo Alice con i suoi corti boccoli neri abbracciata a Josh, e non riesco a fermarmi, cominciano a scendermi grandi lacrime mentre sorrido e stringo fortissimo a me i miei migliori amici, finalmente al sicuro.
Oliver.
Corro verso il secondo piano, poi verso il terzo piano. Vedo Oliver inginocchiato a terra, mentre abbraccia forte Alex, circondato dai loro genitori. Questi prendono Alex sulle spalle, e scendono velocemente al piano terra. Oliver si volta verso di me, con gli occhi grandi arrossati e confusi, ed io mi getto fra le sue braccia, baciandolo.
“Alex! Come sta, lui è..”
“Vivo, Jane, ma deve essere subito soccorso o potrebbe non sopravvivere. I miei genitori lo porteranno alla Congrega, dove verrà assistito dai migliori medici. Come stai? Stai bene? Andrew?”
“Lui ha confessato ogni cosa, e la Congrega lo ha preso. Non ha voluto dirmi dove si trova Josie, nemmeno se è.. ancora viva. Ha soltanto detto che, comunque, si trova nella città perfetta per lei. Che cosa vorrà dire..”
“… Josie… lei è un angelo.”
“Angelo… ma certo! La città degli angeli. Los Angeles!!! Lei potrebbe trovarsi a Los Angeles. Noi dobbiamo fare un tentativo. La troveremo, Oliver.”
UN MESE PRIMA
“Alex, non dovresti già alzarti così.”
“Oli, sto bene. Devo mettermi in forze per partire con voi.”
“Non puoi venire con noi, sei ancora troppo debole. Non preoccuparti, Julien è rinchiuso in una cella nella sede della Congrega, non potrà più fare del male. Jane ed io fra un mese partiremo e troveremo nostra sorella, e scopriremo tutti i segreti di Julien, mentre tu resterai qui, a Standhill, per la convalescenza. Non dire niente ai nostri genitori, i segreti di Julien potrebbero riguardare anche loro. Adesso che ne dici di mangiare qualcosa?”
“Fratello?”
“Sì?”
“Grazie per essere venuto a salvarmi.”
“Lo farò sempre.”
OGGI
“Jane, hai preparato le valigie? Sei pronta?”
“Prontissima Oliver.”
“E allora andiamo a cercare Josie. La città degli angeli ci sta aspettando.”
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